Dino Chiapponi
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Parma (1938 - 2016)

Tempera datata 1976

Misura con cornice:  69,5 x 53 cm

Misura: 50 x 35 cm

Alfredo o Dino Chiapponi è nato a Parma nel 1938.

Dopo aver frequentato il Liceo scientifico prima a Parma e poi a Reggio, scopre la sua vocazione artistica e abbandona gli studi per dedicarsi completamente all’arte e alla filosofia.

La sua prima personale è al Circolo Benedetto Croce di Reggio Emilia nel 1960 e già così giovane dimostra originalità e coraggio nell’uso del colore. Sull’accostamento e l’accordo cromatico, del resto, baserà la sua ricerca e il suo percorso artistico, specialmente dopo l’incontro a Milano col maestro  Cristoforo De Amicis. Sarà lui infatti a indirizzarlo verso la sua individuale forma espressiva, insegnandogli sintesi e concentrazione, traghettandolo dal neo-impressionismo delle prime opere all’astrazione successiva. 

Gli anni ’60 e ’70 sono quelli della frequentazione milanese, dei viaggi a Firenze e all’estero che gli consentono di assorbire le tendenze più innovative e venire a contatto con le avanguardie.

Sono anche anni di mostre, curatele e recensioni prestigiose: da De Amicis a Cesare Zavattini, Remo Brindisi, Domenico Cara, Franco Passoni, Bruno Munari, tutti hanno parole lusinghiere nei suoi confronti, riconoscendone la personalissima cifra compositiva e gli accenti cromatici vibranti, accesi, espressionisti. 

Il 20 novembre 1976 apre in via al Duomo 7 il centro artistico culturale “La Pilotta”, ideato da Chiapponi come fucina di creatività e di talento, luogo di fermento culturale e di crescita intellettuale per tutti.

Il 1987 è per Chiapponi l’anno della mostra al Padiglione ex-Barricate del Parco 1 maggio, un’antologica di 106 opere dal 1972. In questa occasione viene presentato un volume monografico a cura di Franco Solmi dove si esalta anche la sua altra passione artistica: la fotografia.

Ed è così che nel 1992 nella sede dell’A.P.T. di Salsomaggiore si svolge la mostra fotografica “Ritratto in un esterno” presentata in catalogo da Giuliana Scimé.

Nel 1994 è la prima mostra alla Galleria Sant’Andrea di Parma, sede dell’UCAI, alla quale ne seguiranno altre negli anni a venire, fino alle ultime due dedicate alla compianta moglie Uccia Fieni, nel dicembre 2012 e 2015. Da ricordare le esposizioni a Bologna alla Banca popolare di Milano con la consulenza artistica di D’Ars; la prestigiosa “La mia sera”, rassegna fotografica alla Galleria San Ludovico di Parma organizzata dal Comune; la mostra del 2006 alla Reggia di Colorno, promossa dal centro culturale “La Pilotta”, patrocinata da Provincia di Parma e Comune di Colorno, presentata da Vittorio Sgarbi che sarà determinante nell’aiutarlo a realizzare la Fondazione intitolata alla moglie Uccia, impresa resa possibile anche dalla determinazione dell’artista e dalla sua volontà di proseguire la missione di bene ispiratagli dalla consorte, indimenticata maestra elementare. 

Nonostante una carriera segnata da critiche e riconoscimenti importanti quali l’Ambrogino d’argento a Milano e il Cavalierato della Repubblica italiana, Chiapponi è stato più apprezzato all’estero e fuori dalla sua città, come testimoniano anche le mostre del 2009 alla Camera di Commercio italiana a Parigi in rue de Faubourg Saint-Honoré e la mostra a Berlino nel 2015. 

Chiapponi ha adottato negli ultimi anni un linguaggio pittorico estremamente sintetico, astratto, poetico nonostante il rigore geometrico delle composizioni. I suoi cicli su lastre dove il colore e l’immagine sono state trasferiti tramite un procedimento di sublimazione, sono percorsi interiori nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte, verso una libertà e una liberazione generata da accostamenti cromatici e dalla forza dell’arte stessa. Sono i cicli de “Le due Torri”, realizzato dopo l’attentato dell’11 settembre e destinato ad una purtroppo incompiuta mostra a New York e il doppio ciclo di Uccia, dove la malattia e la tragica fine della moglie vengono affrontati e superati da un crescendo di tessere e finestre colorate, note di ricordi, d’amore e di speranza, oltre le sbarre angoscianti dell’ombra e della disperazione.

Chiapponi ci ha lasciati, dopo breve malattia, il 14 luglio del 2016

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